Pane al Mammut di Anna



Mia cognata venerdì ha deciso di preparare da sè il pane, ed è stata bravissima!! Le è riuscito alla grande e in più molto leggero, anche perchè, essendo lei intollerante a moltissime cose, lo ha reso molto digeribile. Dato che non è passato per nulla innosservato, ho deciso di proporlo qui, soprattutto per chi come lei non può permettersi molti cibi ma non vuole rinunciare al gusto! Il nome non è un errore grammaticale, ma spesso per ridere un po' sul suo problema definiamo cosi la farina di Kamut che deve usare ovunque, ed è diventato il suo nome ufficiale in famiglia!

INGREDIENTI
500 gr farina di Kamut
Lievito in polvere per focacce 1 bustina
1 cucchiaio zucchero
3 cucchiai olio evo
una manciatina di sale
300 ml acqua tiepida

Mettete la farina a fontana in una terrina un po' larga, cosi da poterle dare la tipica forma. Prendete poi due bicchieri e versateci in uno: un po d'acqua tiepida, il lievito ed lo zucchero, nell'altro acqua, sale e olio. Unite il bicchiere del
lievito alla farina e amalgamatelo per bene, solo allora mettete il secondo bicchiere. Questo perchè il lievito e il sale non devono venire direttamente a contatto, altrimenti non lieviterà come deve. Amalgamate di nuovo fino a renderla una palla morbida ed elastica, aggiungendo se serve l'acqua rimanente. Rendete la pasta di temperatura quasi tiepida, cosi da 'svegliare' il lievito. Lasciarla ora lievitare con un panno appena umido sopra e in un posto dove non prende aria (magari nel forno), fino a che non raddoppia di volume, oppure per più tempo possibile. Nel caso per qualsiasi motivo il lievito non si svegliasse, e quindi il volume della pasta non crescesse, non è da buttare!! Preparate comunque il pane, sarà solo un attimino più pesante. Una volta lievitato, dividetelo in tre strisce e fate la vostra trecciona, oppure dividetela in panetti, faccendoci magari una croce sopra cosi da aiutarla a crescere in forno e migliorarne la cottura. Cucinatelo in forno ben caldo a 180° per 40 minuti circa, per verificarne la cottura basetrà guardare che la superficie sia ben dorata o sentirne la 'croccantezza'.

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